Puntata 23 febbraio - Stampelle in svendita...

Le sirene delle pantere si allontanano e Adriano può tirare un sospiro di sollievo. “Non sanno che siamo qua” annuncia trionfante a Carol. Ma la donna è disperata, e piena di angoscia fa presente all’amante che fino a quando resteranno rinchiusi fra quelle quattro mura e in mezzo a pacchi e scatoloni sanitari, oltre che a padelle e pappagalli, non riusciranno mai a trovare le prove per discolparsi. Tutta colpa di Laura - accusa la Grimani - ma per Riva la Beccaria è innocente.
“Viola è innamorata, ma non è una stupida” ribadisce Damiano a Serena. E poi il poliziotto non se la sente di ingannarla, anche se l’ex fidanzata lo incita a ripagare la figlia di Sebastian con la stessa moneta che lei ha usato contro di lui. Se Damiano seguirà i suoi consigli la Bassani lo rassicura che starà dalla sua parte.
Quando rientra in ufficio, l’avvocato trova lo zio che la sta aspettando: Sebastian vuole da lei delle spiegazioni. Specifica subito che lui non la voleva coinvolgere nelle sue problematiche perché la famiglia è sempre stata al primo posto nei suoi pensieri ed è la sua ragione di vita, e Serena è una Castelli. Non la voleva perdere ma specifica anche di non essere pentito di quello che ha fatto in passato perché oggi può permettersi di difendere la famiglia da una posizione di forza.
Serena, però, non si lascia intenerire e rinfaccia allo zio che queste sono solo belle parole.
Castelli non demorde: è tornato a Torino per ricominciare una nuova vita, insieme alle persone che ama, ma per fare questo doveva lasciare i suoi trascorsi alle spalle, ed era pertanto indispensabile che fosse stato lasciato in pace. L’ex boss è molto dispiaciuto che tutta la vicenda abbia portato alla rottura del rapporto di Serena con Damiano, però le fa notare che il poliziotto ha cambiato idea troppo presto sulla fidanzata. Era vero amore il suo?
Dopo essersi lavato il viso, guardatosi allo specchio del rosso bagno del centro commerciale, ripensato ai momenti dolci trascorsi con Viola, Damiano prende una decisione… e si reca a villa Castelli. Alla guatemalteca Bauer confessa di sentirsi male - proprio come lei - e le confessa: “Ho bisogno di te, Viola. Non riesco ad odiarti”.
“Non fidarti di lui” la ammonisce una voce proveniente dal fondo del salone. E’ Sebastian che mette in guardia la figlia rammentandole che sicuramente Damiano la vuole solo rovinare. E insiste affermando che il poliziotto non è uomo che perdona e non accetta compromessi. Lo conosce troppo bene. Nonostante i suggerimenti del padre Viola ama troppo Damiano per rinunciare a lui e decide di concedergli la possibilità che lui le offre di tornare insieme.
Ivan non è più un giovanotto, e per far colpo su Cecilia accetta una sfida a tennis con un cliente molto più giovane. Il risultato è la rottura dei legamenti del ginocchio del Bettini, che d’ora in poi dovrà girare (anche lui dopo Bauer) con le stampelle.
Quando Laura apre la porta dopo aver nascosto i soldi recuperati dal cestino dove li aveva depositati Lavinia, si trova di fronte, con sua grande meraviglia, sia Carol che Adriano.
I due fuggiaschi hanno deciso che l’attacco è la miglior difesa, ed ora esigono che la Beccaria riveli loro cosa ha scoperto con le sue indagini. Prima però Laura mette in evidenza l’ottusità di Carol che l’accusava di essere stata lei a denunciarli alla Polizia. Come faceva se non sapeva nemmeno dove si nascondessero?
La vice presidente della holding è in imbarazzo, sa che la verità è molto dura da digerire per la sua rivale e cerca di prendere tempo, ma Carol la incalza con aggressività. Ed allora la Beccaria si decide a parlare fissando la Grimani: “Lavinia. È stata Lavinia, tua figlia”.