Puntata 21 aprile - Che successe quel 18 aprile?

L’ex fidanzato di Alessia, entrando in quella che era stata l’abitazione della ragazza, trova Adriano accasciato a terra e con la lettera della sorellastra in mano: sembra che la Righi, in un momento di disperazione, si sia buttata in mare. Disperato si accusa di essere il colpevole della sua morte perché l’ha lasciata sola proprio quando lei aveva più bisogno di lui. Non se lo perdonerà mai!
Viviana consegna a Ivan una busta che contiene il test di paternità del figlio che aspetta. La psicologa è irritata per la scarsa fiducia che il padre del nascituro ha dimostrato di nutrire nei suoi confronti. Per questo ha deciso di lasciare Torino: non è certo Bettini il padre che lei desidera per suo figlio. Ivan cerca di trattenerla, ma la donna è troppo delusa per come è stata ingiustamente trattata. Però, una volta entrata nella toilette del centro commerciale, sola, senza lavoro e senza soldi Viviana si lascia andare ad un pianto disperato.
Valerio ha adempiuto all’incarico chiestogli dal fratello, e così Ivan apprende che in realtà Viviana non ha mai truffato nessuno, ma che ha scontato due anni di galera al posto dell’ex marito, per amore del coniuge, anche se quest’ultimo l’aveva raggirata. Di questo tradimento la donna ne soffre ancora, e non vorrebbe mai ricordare quegli avvenimenti. Ivan è dispiaciuto e le porge le sue scuse.
Serena è preoccupata per l’assenza che si prolunga giorno dopo giorno di Damiano. Il padre Maurizio, non volendola vedere soffrire, le consiglia che ormai è giunto il momento di dire basta a quell’amore travagliato. Lei merita molto di più di un fidanzato che sparisce a ripetizione.
La responsabile dell’ultima sparizione è in compagnia del padre; entrambi parlano la stessa lingua in quanto sanno che gente come loro non si possono permettere mai di abbassare la guardia. Viola ricorda con nostalgia quando in Guatemala erano rispettati dalla popolazione… “ma soli come adesso”, le fa notare Sebastian. Quindi ribadisce che “siamo fatti per essere temuti, non amati”.
Jacopo si reca al capezzale di Livia, la ragazza uscita dal coma, per stare un po’ insieme a lei. All’inizio la paziente è sulle difensive: non vuole la sua compassione, ma poi, piano piano, si lascia andare e gli racconta di essere stata investita da una macchina, ed essersi risvegliata in ospedale. L’unica cosa che si ricorda è il senso di angoscia provato quando non era cosciente. Livia non ha nè amici nè parenti, ma ora c’è Jacopo a farle compagnia.
Livia gli confida che il suo dolore più grosso non è fisico, ma è l’insonnia che la tormenta. Le sue notti sono piene di incubi dei quali, però, il mattino dopo non ricorda nulla, solo un nome: Adriano Riva. E questo da quando si è risvegliata dal coma: il 18 aprile.
Carol raggiunge Adriano a Providence per stargli vicino. Anche a lei il medico annuncia la morte di Alessia, ma ugualmente non vuole rientrare a Torino. Però le consegna la lettera di addio scritta dalla sorellastra e la Grimani nota la data riportata sulla missiva: 18 aprile. “Il giorno del compleanno di Alessia” precisa Adriano.