Puntata 12 maggio - Oplà... sbuca Matilda, la moglie di Sebastian

Se non fosse perché carnevale è finito si potrebbe pensare che la frase detta da Valerio fosse uno scherzo. Rivolto a Serena risponde: “Lei deve avere fiducia!”. Appunto, ma fiducia in chi?
Forse in Foti al quale la Bassani, addolorata, mormora: “Fate il massimo per salvarlo”. Infatti Serena ha il sospetto, considerato il sangue trovato nella stanza, che Damiano possa anche essere già morto.
Sebastian rinfaccia a Laura la sua stupida trasgressione con la quale ha rischiato di mandare all’aria tutti i loro progetti. La Beccaria gli ricorda di essere stato lui ad invitarla a prendere contatti con il nipote per estorcergli le quote, ma essendo Niccolò già stato messo sull’avviso dalla madre che erano queste che Laura anelava, si è dovuta limitare, per non scoprirsi, a fare con il gigolò solo sesso.
Oltretutto, gli rivela Laura, Niccolò vuole tornare ai vecchi schemi, e cioè lei deve recarsi al JC e prendere appuntamento con lui, pagando il corrispettivo della prestazione, e recarsi poi sulla sua barca ad esigere quanto dovuto. Ma Laura non vuole, ha già corso troppi rischi, e stranamente è proprio Castelli che la obbliga ad assecondare il desiderio del nipote.
“Mi spingi fra le sue braccia quando mi vorresti per te” insinua Laura fissando il socio negli occhi con sguardo libidinoso. Ironicamente Sebastian le risponde che le azioni per lui valgono ben di più del suo corpo.
Laura è pertanto costretta a chiedere a Valentino un appuntamento con il dio greco, ma il socio di Alfonso le fa presente quanto sia pericoloso questo incontro. Ugualmente Laura insiste.
Viola è stata prelevata dall’aereo da un uomo di Sebastian. Il padre informa la figlia che su di lei è stato emesso un mandato di cattura internazionale, e che pertanto al suo sbarco in Guatemala sarebbe stata prelevata dalla Polizia. Castelli è addolorato nel constatare le sofferenze delle figlia, ma Viola risponde che per lei è già una consolazione la consapevolezza che Damiano soffra ancora di più.
Comunque Sebastian ha già provveduto a far trasferire la figlia, con documenti falsi, in un resort ai Caraibi, affidata a uomini di sua fiducia. La ragazza è appena uscita dalla sala quando fa irruzione Valerio con un mandato di perquisizione. Sebastian nega di aver incontrato la figlia, ma a Valerio non sfuggono due tazzine da caffè, una delle quali macchiata di rossetto. Il prode Bettini prende in mano la tazzina, rigirandola… e le impronte?
Il progetto di Donatella, tutto sommato, non dispiace a Carol che memore delle frasi pronunciate da Jacopo ha deciso di mettere da parte l’orgoglio personale per il bene della Fondazione. Adriano, invece di esserne contento, è contrario al ripensamento dell’amante: non gli va giù che Ettore l’abbia avuta vinta.
Livia non riesce a dimenticare di avere dei ricordi che non sono suoi, e tratta freddamente Adriano che si è recato a farle visita. La lingua batte dove il dente duole.
Riva le racconta che anche lui ha avuto la sua stessa esperienza quando è stato fatto prigioniero in Sudamerica, ma la ragazza insiste che le sue non sono suggestioni, non ha bisogno dell’aiuto di uno psicologo ma di quello di Adriano, che però glielo rifiuta.
Quando nel corridoio dell’ospedale Livia, in compagnia di Jacopo, vede Adriano, sviene.
Rossana ha consegnato tutta la corrispondenza intercorsa fra Alberto e Sebastian a Ettore.
Ferri inizia a leggere le lettere, senza trovare nulla di interessante. All’improvviso il suo sguardo si fissa su una busta gialla, ed il suo istinto da predatore gli suggerisce di aprirla subito.
E legge a voce altra: “Mi dispiace, Alberto, ma non me la sento di parlare di mia moglie Matilda. Ho sofferto troppo a causa sua. Devo rimuoverla dalla mia mente, è l’unico modo che ho per sopravvivere!”.