Puntata 22 giugno - Il testimone è a "carico"...

“Ti amo come Alessia perché lei fa parte di me”. Questa sconvolgente dichiarazione lascia Adriano confuso, ma è pronto a riprendersi affermando che invece lui ama solo Carol e non vuole essere coinvolto nella storia che vede Livia protagonista.
Preoccupandosi che il registratore stia funzionando, Livia insiste accusando il medico che la sorellastra si è uccisa per lui, ed a questo punto Riva deve ammettere che anche lui non l’ha mai dimenticata e le chiede, anche se tardivamente, perdono. Livia si fa avanti a cerca di baciare Adriano, ma lui si riprende dal torpore nel quale era caduto e abbandona l’ambulatorio.
Sorridendo seraficamente la Frigerio accarezza il registratore, che ovviamente ha incamerato solo quella parte del dialogo che a lei premeva.
Jacopo pensa all’amante di un giorno e non se ne fa una ragione: non capisce perchè Livia lo abbia abbandonato quando fra loro le cose stavano andando alla grande. Nella sua mente rivive tutte le volte che la ragazza ha nominato Adriano, sa che vive nell’appartamento del medico e, infuriato, decide di affrontare quello che lui ritiene un rivale in amore. Dopo avergli rinfacciato che Livia lo ha lasciato per colpa sua, esige di sapere che rapporto intercorre fra lui e la ragazza. Ovviamente il progettista non crede ad una sola delle parole di spiegazione del Riva, ed è solo l’intervento tempestivo di Carol che impedisce ai due uomini di mettersi le mano addosso.
Viola vuole sapere perché Damiano l’ha scagionata, e non le basta la spiegazione di Bauer: perché gli ha salvato la vita. La Castelli sperava in qualcosa di diverso, ma resta delusa. Serena, nascosta dietro l’angolo, ascolta la conversazione preoccupata. Damiano ribadisce che vuole vivere in tranquillità e ricominciare tutto da capo accanto alla persona che ama: Serena.
Viola lascia l’appartamento piangendo… piange anche Serena ascoltando. Ma le lacrime della Bassani – come conferma a Damiano – sono di gioia.
Valentino rivive il momento nel quale ha ammazzato Alfonso, e poi si volge a parlare con un uomo misterioso: il testimone! Il quale altri non è che Manuel, il gigolò rifiutato da Laura.
Manuel confessa di aver visto Niccolò trascinare fuori dalla sua barca un involucro molto pesante che faceva fatica a spostare, proprio nell’orario stabilito per la morte del Gaddi.
Niccolò urla a Valerio – che gli ha portato la terribile notizia – che il testimone è un mitomane e che potrebbe, invece, essere proprio lui il vero assassino. O addirittura essere stato pagato per incastrarlo. Ma si sa, Valerio procede con i piedi di piombo…
Notando in quel momento Manuel nel corridoio del commissariato, Niccolò gli piomba addosso e afferrandolo per il bavero della giacca gli urla: “Perché mi fai questo?”.
Ettore e Rossana, presenti, non possono fare altro che scuotere la testa.