Puntata 2 novembre - Jacopo vuole diventare presidente della holding

Jacopo supplica il padre: “Metti giù quella pistola”. Sebastian, tutto preso dalla sua autocommiserazione nonché pieno di sensi di colpa, mormora: “Ho perso tutto”. Per provocare una reazione nell’afflitto genitore, l’ingegnere, dopo averlo disarmato con la forza, lo ammonisce: “Non creare altro dolore alla nostra famiglia”.
Poi, mentre toglie le pallottole dalla pistola, il giovane Castelli confessa al mancato suicida di vergognarsi di lui, solo capace di piangersi addosso e lo invita a rialzarsi e a dimostrare a tutti chi è davvero.
Con la scusa di essere il suo medico curante, Riva si introduce nell’ambulatorio dove Donatella è in attesa di un controllo. Se nella madre Adriano aveva intravisto una tenue luce di rimorso, si deve però ricredere. La Navarro gli rinfaccia di essere tornata solo per i soldi, e non certo per amore suo. Ma l’amore di un figlio per la propria madre travalica le sofferenze patite: Adriano l’ha perdonata e la incita a continuare a vivere supplicandola di appoggiarsi a lui, suo figlio. Come sempre in passato, Donatella lo respinge e urla alla guardia che Riva non è il suo medico curante, come lui le aveva fatto credere. Inevitabili le ripercussione che il medico deve subire: la Luciani, infatti, non tarda a portargli cattive notizie in quanto Riva è stato sospeso da tutti i suoi incarichi.
Anche Carol è irritata dagli atteggiamenti che l’amante sta impiegando con la madre, donna che Carol detesta ed anche “non cordialmente”. La madre non si merita il suo amore e lui deve dimenticarla per evitare di farsi ancora del male.
Non è semplice per Cecilia ricoprire l’incarico per il quale ha vinto il concorso in polizia. Al commissariato di Torino c’è disponibile un solo posto, ma gli aspiranti a ricoprire questo ambito ruolo sono due. Perciò il commissario Bettini informa la ragazza ed il suo rivale, certo Mirco, che dovranno affrontare un corso alla fine del quale il migliore resterà nella città sabauda, mentre l’altro sarà trasferito temporaneamente a Roma per partecipare ad un corso sperimentale.
Erika Landi, che Valerio presenta ai due contendenti, sarà la loro istruttrice. La donna usa belle parole per aizzare i due ragazzi alla disputa, ma intima loro che devono sì lottare per conquistarsi il posto, ma come due bravi colleghi. Peccato che per l’istruttrice queste siano solo belle parole: rimasta sola con Mirco quest’ultimo le si avvicina e con un gesto che dimostra la loro intimità la bacia sul collo.
Ferri, nel frattempo, sta compiendo la sua buona azione quotidiana, e cioè quella di riavvicinare Matilda ai figli. Pertanto si reca da Viola ricordandole che se c’è una persona che le ha mentito quella non è la madre, bensì il padre. “Riprenditi l’amore che ti è stato negato” perché, le rammenta, la madre è solo una vittima di Sebastian, così come lo sono lei e Jacopo.
Anche quest’ultimo non sta con le mani in mano, e recatosi nell’ufficio di Ferri, dopo averlo nuovamente accusato di aver riportato Matilda a Torino solo per i suoi sporchi interessi, gli ricorda che la holding ora è di proprietà della famiglia Castelli e lotterà con tutte le sue forze perché la situazione non cambi.
Ferri lo fissa ironicamente: per comandare un gruppo forte e stimato come quello Ferri, servono esperienza, alleanze e credibilità. Per comandare bisogna essere dei leader capaci, e Jacopo ancora non lo è!