Puntata 24 novembre - Addio Esmeralda, non ci mancherai!

Le tenebre sono buie, peggio di “una selva oscura”, ma si intuisce che Cecilia - terrorizzata nell’aver visto Damiano cadere a terra colpito da una pallottola sparata da Esmeralda, che a sua volta viene ferita dalla Castelli stessa - tira un sospiro di sollievo sentendo suonare la carica “arrivano i nostri”, non a cavallo di un caval ma di una pantera della Polizia.
Solo una lieve incrinatura e di una sola costola è il responso che il medico comunica a Bauer, alla Castelli ed a Serena arrivata di corsa e preoccupatissima. Damiano riferisce alla futura sposa che Cecilia gli ha salvato la vita, ma la felicità del terzetto è ben presto smorzata dalla comunicazione che porta loro Valerio: Esmeralda è stata feria gravemente e si teme per la sua vita.
La disperazione del neo commissario è all’estremo: ha sparato con una pistola non sua e nel corso di una indagine non autorizzata. Il quasi cognato la tranquillizza: la sua è stata solo legittima difesa perché, oltre ad aver difeso la vita dell’ispettore ha salvato anche la propria. Se fra i due uno ha sbagliato è stato proprio lui portandola con sé.
La sorpresa che Jacopo aveva tanto orgogliosamente organizzato a favore di Matilda non è da questa gradita, anzi. La madre non vuole sottomettersi ai suoi squallidi trucchi perché ha capito che il fine del figlio è portarla dalla sua parte e contro Ettore. Perciò, indignata, saluta la bella compagnia e se ne torna a villa Ferri, ma non per restarci.
Mentre sta preparando i bagagli, la Herrera informa Ettore di avere delegato Jacopo ad occuparsi del patrimonio di famiglia, ed anche gestire le relative azioni della holding. Ferri vorrebbe giustificarsi, ma Matilda non glielo concede: lo ha già giudicato e condannato.
Rimasto solo con il giornalista Nisi l’ingegnere ammette di essere stato scoperto dalla genitrice e gli chiede anticipazioni sulla biografia di Ferri, ma il giornalista non glieli vuole dare, a nessun prezzo. Ed inoltre non rivelerà nemmeno la sua fonte.
Laura vuole lottare assieme a Sebastian per far sì che l’amante ritrovi se stesso; gli chiede di abbracciarla ma, sarà stato per il grande freddo, Sebastian resta di ghiaccio, un pezzo di iceberg staccatosi dal ghiacciaio. Questa volta è la Beccaria a sfilargli la camicia, e considerato che anche il ghiaccio più ghiaccio si scioglie davanti al fuoco, come può Sebastian non lasciarsi andare venendo a contatto non con una ma bensì con due fonti di calore? Quella del camino e quella di Laura, che di fuoco ne ha da vendere… altrochè maglioncini di cachemire!
Ma nonostante la focosa notte d’amore, Castelli non ha ancora ritrovato se stesso. Certo che deve averlo nascosto proprio bene!
L’amica Maya informa Viola che un aereo privato è pronto a decollare di lì a quattro ore per portarle lontano, ma la Castelli non vuole scappare. Anche Zeno la convince a restare: nessuno arriverà a lei, non era presente al letale assalto. Il pensiero di Viola, però, è rivolto solo a Esmeralda perché – rinfaccia a Zeno – è la persona più importante della sua vita. Il trainer giustamente si infuria; povero Zeno, credeva di essere lui – e se lo sarebbe ben meritato – quella persona!
Una nuova addetta alle pulizie sta lavando i pavimenti dell’ospedale: è Viola che di soppiatto, sviata l’attenzione del poliziotto di guardia, entra nella stanza di Esmeralda. La figlia di Sebastian è addolorata ma l’amica la rassicura: “E’ meglio bruciare che spegnersi lentamente”. La titolare della palestra non è pentita per come ha vissuto, e mentre Viola piange disperatamente la linea tracciata dal monitor si fa piatta. Addio Esmeralda.