il colore del tuo forum 
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Siamo arrivati a Roma verso le 11 e Ibrahim (Ibi, come lo chiama la moglie) era alla stazione ad aspettarci. Siamo subito andati nel suo albergo (il Bernini in piazza Barberini, nel centro di Roma) dove ci ha presentato Gada, la moglie. Sapete cosa vuol dire quando vedi una persona e ti sembra di conoscerla da sempre? Ecco, è stato così. Mi ha abbracciato, baciato, mi teneva stretta a sé, mi guardava con tanta simpatia e affetto. Veramente un incontro come se fossimo amiche d’infanzia. E’ una bella donna, un po’ cicciottella ma senza problemi o complessi. Dall’hotel siamo andati in un bar a prendere l’aperitivo e poi a Trinità dei Monti, dove abbiamo fatto le foto. Una con la macchina di Ibi, una con la nostra e una con il celluare di Gada. Fin dalla prima foto fatta io e lei mi ha stretta a sé. Da Trinità dei Monti abbiamo cercato un ristorante dove abbiamo mangiato. Poi siamo andati alla Fontana di Trevi e dopo, sembra che sia obbligatorio per tradizione, abbiamo preso un bel gelato. Quindi siano tornati in hotel dove, dall’alto della terrazza (8° piano) abbiamo preso il tè sotto un venticello tipico di Roma e abbiamo chiacchierato fino alle 18.30. Lui aveva la cena con il gruppo e voleva restassimo, ma il nostro treno era previsto per le 19.30.
Ci siamo salutati davanti all’hotel, Gada non smetteva più di abbracciarmi e quando stavamo per salire sul taxi ci ha chiamati e ci ha fatto un’altra foto mentre li salutavamo con la mano alzata. Inutile dire che non ha voluto che pagassimo nemmeno un euro.
Il bello è che sono stati loro a farci da cicerone, conoscono Roma e girano per le strade della città come fossero romani.
Gada parlava solo inglese e Ibi traduceva. Ma per tante cose ci capivamo a gesti.
Lui tutti gli anni si reca al Cairo a trovare le sorelle, ma quest’anno non c’è andato perché troppo pericoloso. Anche se in Italia non se ne parla più la situazione in Egitto è molto difficile e pericolosa. C’è ancora il coprifuoco. Però ci siamo ripromesso che appena la situazione lo permette, ci troveremo al Cairo. L’Australia, purtroppo, è per noi troppo lontana.
Camminare per il centro di Roma non è stato per me facile. Il lastricato è fatto con i sanpietrini, perciò non liscio, e Gada si è comportata come una mamma, o come una figlia. Sempre accanto a me, mi teneva la mano, se c’era un gradino mi sosteneva sempre sorridente. Veramente una donna eccezionale, e capisco perché entrambi ci siano riconoscenti. Oltre a tutto il resto, che sarebbe troppo lungo elencare, proprio per i consigli che abbiamo dato a Ibrahim. Consigli, peraltro, che chiunque gli avrebbe potuto dare.
Roma è una città splendida, si respira un’aria tutta particolare. Dal traffico (tanto perché era il primo giorno di scuola), dalla marea di turisti, dai monumenti. La cosa che mi ha impressionato, in quel pezzo di strada che abbiamo fatto, à vedere tanti negozi di firme famose, uno attaccato all’altro. Gucci, Versace, Dolce e Gabba, Tiffany, Fendi, Vuitton etc. etc.
Se solo Roma fosse più organizzata, vivrebbe di turismo.
La cosa impressionante (ma lo avevo già notato in un servizio televisivo) Fontana di Trevi è assalita dai turisti. Non riesci nemmeno a camminare e per fare una foto ti devi praticamente mettere in fila.
Appena Manuel me le trasferisce sul pc inserirò qualche foto.
E’ stata una bella giornata, fra vecchi amici che, nonostante la lontananza (adesso molto meno grazie a internet, una volta le lettere ci mettevano settimane ad arrivare, ed al lavoro di Ibrahim che lo porta spesso in Europa) si sentono molto uniti, un rapporto sincero che si rafforza sempre più.
Allego una foto scattata al Cairo nel gennaio del 2004. Lui era appena arrivato al Cairo per andare a trovare la madre che non stava bene, mentre per me era l’ultima sera che stavo in città. Il mio gruppo sarebbe partito il mattino presto. Eravamo fuori a cena e siamo rientrati ore dopo il previsto. Pensavo che lui non ci fosse più, invece mi stava aspettando tranquillamente. Siamo rimasti a parlare tutta la sera.
Ovviamente gli ho portato i vostri saluti. Gli ho detto: come tu parli bene di noi con i tuoi amici, altrettanto faccio io. Ha sorriso e ringraziato. Gli ha fatto molto piacere.
Per Nancy: peccato che l’Australia sia così lontana, perchè ti saresti trovata benissimo. Ibrahim e famiglia hanno la doppia nazionalità: australiana ed egiziana. In Australia, dopo due anni che ci vivi, ti danno la nazionalità senza problemi, e i figli che nascono sono di fatto australiani. I due figli più piccoli di Ibi sono nati in Australia, e lui ha chiesto per loro anche la nazionalità egiziana. Hanno tutti il doppio passaporto. Là non esiste razzismo, perché non esiste una razza australiana. Anche gli aborigeni non sono autoctoni perché provenienti da isole. Gli aborigeni non li distingui dagli altri abitanti, vestono e vivono come loro. L’Australia è formata da tante razze che sono là emigrate, si sono fuse e integrate.
[/img]Siamo arrivati a Roma verso le 11 e Ibrahim (Ibi, come lo chiama la moglie) era alla stazione ad aspettarci. Siamo subito andati nel suo albergo (il Bernini in piazza Barberini, nel centro di Roma) dove ci ha presentato Gada, la moglie. Sapete cosa vuol dire quando vedi una persona e ti sembra di conoscerla da sempre? Ecco, è stato così. Mi ha abbracciato, baciato, mi teneva stretta a sé, mi guardava con tanta simpatia e affetto. Veramente un incontro come se fossimo amiche d’infanzia. E’ una bella donna, un po’ cicciottella ma senza problemi o complessi. Dall’hotel siamo andati in un bar a prendere l’aperitivo e poi a Trinità dei Monti, dove abbiamo fatto le foto. Una con la macchina di Ibi, una con la nostra e una con il celluare di Gada. Fin dalla prima foto fatta io e lei mi ha stretta a sé. Da Trinità dei Monti abbiamo cercato un ristorante dove abbiamo mangiato. Poi siamo andati alla Fontana di Trevi e dopo, sembra che sia obbligatorio per tradizione, abbiamo preso un bel gelato. Quindi siano tornati in hotel dove, dall’alto della terrazza (8° piano) abbiamo preso il tè sotto un venticello tipico di Roma e abbiamo chiacchierato fino alle 18.30. Lui aveva la cena con il gruppo e voleva restassimo, ma il nostro treno era previsto per le 19.30.
Ci siamo salutati davanti all’hotel, Gada non smetteva più di abbracciarmi e quando stavamo per salire sul taxi ci ha chiamati e ci ha fatto un’altra foto mentre li salutavamo con la mano alzata. Inutile dire che non ha voluto che pagassimo nemmeno un euro.
Il bello è che sono stati loro a farci da cicerone, conoscono Roma e girano per le strade della città come fossero romani.
Gada parlava solo inglese e Ibi traduceva. Ma per tante cose ci capivamo a gesti.
Lui tutti gli anni si reca al Cairo a trovare le sorelle, ma quest’anno non c’è andato perché troppo pericoloso. Anche se in Italia non se ne parla più la situazione in Egitto è molto difficile e pericolosa. C’è ancora il coprifuoco. Però ci siamo ripromesso che appena la situazione lo permette, ci troveremo al Cairo. L’Australia, purtroppo, è per noi troppo lontana.
Camminare per il centro di Roma non è stato per me facile. Il lastricato è fatto con i sanpietrini, perciò non liscio, e Gada si è comportata come una mamma, o come una figlia. Sempre accanto a me, mi teneva la mano, se c’era un gradino mi sosteneva sempre sorridente. Veramente una donna eccezionale, e capisco perché entrambi ci siano riconoscenti. Oltre a tutto il resto, che sarebbe troppo lungo elencare, proprio per i consigli che abbiamo dato a Ibrahim. Consigli, peraltro, che chiunque gli avrebbe potuto dare.
Roma è una città splendida, si respira un’aria tutta particolare. Dal traffico (tanto perché era il primo giorno di scuola), dalla marea di turisti, dai monumenti. La cosa che mi ha impressionato, in quel pezzo di strada che abbiamo fatto, à vedere tanti negozi di firme famose, uno attaccato all’altro. Gucci, Versace, Dolce e Gabba, Tiffany, Fendi, Vuitton etc. etc.
Se solo Roma fosse più organizzata, vivrebbe di turismo.
La cosa impressionante (ma lo avevo già notato in un servizio televisivo) Fontana di Trevi è assalita dai turisti. Non riesci nemmeno a camminare e per fare una foto ti devi praticamente mettere in fila.
Appena Manuel me le trasferisce sul pc inserirò qualche foto.
E’ stata una bella giornata, fra vecchi amici che, nonostante la lontananza (adesso molto meno grazie a internet, una volta le lettere ci mettevano settimane ad arrivare, ed al lavoro di Ibrahim che lo porta spesso in Europa) si sentono molto uniti, un rapporto sincero che si rafforza sempre più.
Allego una foto scattata al Cairo nel gennaio del 2004. Lui era appena arrivato al Cairo per andare a trovare la madre che non stava bene, mentre per me era l’ultima sera che stavo in città. Il mio gruppo sarebbe partito il mattino presto. Eravamo fuori a cena e siamo rientrati ore dopo il previsto. Pensavo che lui non ci fosse più, invece mi stava aspettando tranquillamente. Siamo rimasti a parlare tutta la sera.
Ovviamente gli ho portato i vostri saluti. Gli ho detto: come tu parli bene di noi con i tuoi amici, altrettanto faccio io. Ha sorriso e ringraziato. Gli ha fatto molto piacere.
Per Nancy: peccato che l’Australia sia così lontana, perchè ti saresti trovata benissimo. Ibrahim e famiglia hanno la doppia nazionalità: australiana ed egiziana. In Australia, dopo due anni che ci vivi, ti danno la nazionalità senza problemi, e i figli che nascono sono di fatto australiani. I due figli più piccoli di Ibi sono nati in Australia, e lui ha chiesto per loro anche la nazionalità egiziana. Hanno tutti il doppio passaporto. Là non esiste razzismo, perché non esiste una razza australiana. Anche gli aborigeni non sono autoctoni perché provenienti da isole. Gli aborigeni non li distingui dagli altri abitanti, vestono e vivono come loro. L’Australia è formata da tante razze che sono là emigrate, si sono fuse e integrate.
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