Intervista a Danilo Brugia

Intervista a Danilo Brugia





- LE INTERVISTE - Abbiamo intervistato in esclusiva la star di
Centovetrine In vista della serata di questa sera al Buddha Beach



Articolo di: Nicola Montixi











Intervistiamo
Danilo Brugia, ospite venerdì al Buddha Beach nella serata in
collaborazione con la Zodiacov Agency di Massimo Coviello.

Quasi un metro e ottanta, occhi
azzurri e capelli biondi per un attore che ha alle sue spalle un
curriculum di tutto rispetto, al di là del celebre ruolo di Stefano
della Rocca in “Centrovetrine” in onda tutti i giorni su Canale 5 dal
2004. Non ultimo il riconoscimento ottenuto quest’anno al “Roma Fiction
fest” come migliore attore di soap opera.

Danilo, sposato e con 2 figli, ha
seguito un corso privato di dizione e recitazione e ha fatto un corso
di canto leggero per cinque anni.

In televisione ha esordito nei
“Carramba boys” di “Carramba che sorpresa”. A teatro ha partecipato
allo spettacolo "Aggiungi un posto a tavola" e al musical "Fame - The
Musical” come protagonista nel ruolo di Nick Piazza. E’ anche
doppiatore e cantante ("Festival di Castrocaro Terme 2001" Rai Uno -
con il brano inedito "6 Speciale" di cui ha inciso un singolo”). Ha
inoltre vinto nel 2007 il premio di doppiatore rivelazione dell’anno al
“Leggio d’oro”.



- Scorrendo il
curriculum abbiamo di fronte un artista capace di spaziare su più
fronti. “Poliedrico”, così possiamo definirti, confermi?

Un artista lo è sempre, è giusto che sia così e che abbracci tutte le
arti. Ho iniziato la mia carriera cantando, la prima passione, ho messo
a frutto gli insegnamenti avuti. Poi c’è stata recitazione. In tutto
questo mettici la vita, la fortuna e la testardaggine di provare sempre
e non fermarmi. Ho fatto tutto: ballo, canto, recitazione, e ora il
presente si chiama “Centovetrine”. Ci sarà momento della scelta, ma per
ora tento di seguire e di far tutto.



- C’è qualcosa che preferisci in particolare?

Facile a dirsi, “Centovetrine”. Ora sono in tv, punto molto su quello, ma non nego che spero di entrare nel mondo del cinema.



- L’attore di soap è reputato quasi “minore”, che ne pensi?

La soap è una palestra non indifferente, i ritmi di lavoro sono
particolari, la memoria richiesta è tanta. Non è vero che si è attori
minori, anzi spesso nelle ficton vediamo qualcuno che forse ha molto da
imparare dai protagonisti delle soap!



- La tua esperienza più importante e quella più deludente?

“Cento vetrine” , quella più importante. Delusione, direi da nulla:
tutte le esperienze sono sempre servite alla mia crescita, mi hanno
dato qualcosa.



- Notiamo che hai una famiglia e dei figli. Ti discosti da molti personaggi della tv o del mondo dello spettacolo…

Sono molto fortunato, la famiglia mi dà stabilità, a differenza del
lavoro. Anomalia? Ho quello che voglio. Non amo la mondanità, non mi
interessa far parte del jet set. Amo terribilmente dopo il lavoro
rinchiudermi tra le quattro mura di casa e stare con le persone a me
care.



- “Cento vetrine”: il segreto del successo e della sua longevità?

Una squadra forte in ogni campo: dei seri professionisti, uniti e
capaci di portare avanti questo progetto. Abbiamo sceneggiatori forti
per scrivere una storia che appassiona, produttori che scelgono attori
con capacità recitative che rendono sul set e la veridicità delle
storie in cui la gente non si sente estranea ma anzi si riconosce.
L’orario, poi, è magico, centrale, ci fa vedere anche da chi magari non
è propriamente appassionato di soap.



- Quanto c’è di tuo in Stefano della Rocca?

Di mio è la sensibilità, l’amore per la famiglia, soprattutto in questi
giorni che Stefano perde il bambino. E’ come me un uomo che ha sofferto
per amore: su questo aspetto c’è molto Danilo Brugia. Non mi appartiene
di lui l’uomo esibizionista di potere, che sopraffa, che vuole sempre
vincere. Qui è emersa la figura creata dagli sceneggiatori.



- Che ne pensi dei personaggi improvvisati che escono dai reality senza grande preparazione e studi?

Ho iniziato con Carramba facendo il “Carramba boys”: è stato un po’
come un Grande fratello. Il rischio era perdersi, restare al palo.
Bisogna avere capacità e voglia di studiare e non sentirsi arrivati
neanche dopo che si esce in tv. Popolarità sì, ma mettere a frutto
questa per arrivare più in alto. Ammiro Taricone: si è tirato fuori dal
giro del “Grande fratello”, ha avuto umiltà per studiare e migliorare.
Ora si propone come attore…



- Progetti e sogni?

Non posso ancora dire e non mi sbilancio per non sembrare uno che parla
a sproposito. Il sogno c’è, però: è fare l’attore di un film
importante, una storia drammatica.

http://www.crastulo.it/dettaglio_notizia.php?id=4280&titolo=Intervista%20a%20Danilo%20Brugia

Considerando che all'inizio non gli davo tre euro, devo dire che è migliorato molto. Ed mi sembra anche umile. Me piace!

si pure a me

Mamma mia,lo ricordo nelle prime puntate quando si presentava vestito come il classico burino americano...
Per fortuna ha poi capito che in Italia serve la classe... non quella scolastica!

aahahahahahhaha