Il papà e il neonato

L'arrivo di un figlio è un evento quasi magico, ma purtroppo ha dei lati negativi che di solito si ripercuotono all'interno del rapporto uomo-donna. Questo perchè nei primi mesi di vita del piccolo si sviluppa una nuova coppia sconosciuta prima... quella mamma-bambino! Aiuto, e il papà dove sta?
Quello fra la mamma e il suo bambino nei primi mesi di vita è un rapporto stretto, di vitale dipendenza, un rapporto che spesso esclude i papà. Le reazioni dei padri sono diverse: possono essere gelosi, possono cercare di voler attirare l'attenzione, possono sentirsi esclusi o poco importanti, possono sentirsi scoraggiati, demotivati, inutili.

Ecco allora alcuni consigli per i neopapà che stanno affrontando questa situazione:

1) Accudite il bambino più che potete, offritevi volontari, fatelo soprattutto da soli, cosi' la vostra compagna potra' riposare e pensare a se stessa e voi potete instaurare un rapporto diretto con il bambino. Questo vi darà molta fiducia in voi stessi.

2) Non lasciate che faccia tutto la mamma: informatevi sulle cure del bambino, assumete consapevolezza del vostro fondamentale supporto. Dal pediatra prendete appuntamenti in orari in cui voi sapete che siete liberi.

3) Parlate con la vostra compagna del bambino, del fatto che i compiti che riguardano il piccolo appartengono ad entrambi, anche con specificità diverse. Che volete aiutarla che lei deve pensare a se stessa e non solo al bambino.

Questo non significa fare il 'mammo'. Un padre consapevole è coinvolto nella cura del bambino ma sa che le sue competenze sono diverse da quelle della mamma.
Il suo ruolo è fondamentale per fare in modo che la mamma non sia completamente assorbita dalla simbiosi che ha stabilito con il piccolo. Non contende in modo competitivo il bambino, ma cerca un nuovo modo di comunicare familiare.

Al contrario il padre che pensa che accudire il bambino sia fondamentalmente un compito materno e che probabilmente il proprio ruolo diventerà predominante fra qualche anno può spingerlo agli antipodi e farlo diventare un padre 'poco coinvolto' oppure 'rinunciatario'.

In questo caso, pensare al bambino diventerà quasi esclusivamente un compito della compagna, con la fatica annessa e le poche ore di sonno spesso interrotte dai pianti nel bel mezzo della notte.

Il padre 'poco coinvolto' o 'rinunciatario' se interrogato sull'argomento dice che la notte non sente il bambino piangere oppure non è capace di calmare il bambino come la mamma. Altre volte dice che il giorno dopo deve andare a lavorare, dimenticandosi che essere mamme è un lavoro a tempo pieno ugualmente faticoso, anche se piacevole.

Questo comportamento non nasconde disinteresse, ma insicurezza. Il papà fa più fatica della mamma a entrare nel suo nuovo ruolo e la compagna può essere fondamentale per aiutarlo.

Le mamme che gestiscono la cura del bambino acquisiscono col piccolo una familiarità incredibile e spesso non riescono a lasciarlo un secondo, non riescono neanche a delegare i compiti basilari, come il bagnetto, che non implicano l'allattamento diretto. L'istinto materno, così spiccato nella neomamma, può essere così un ostacolo al cammino nel ruolo e nella consapevolezza di padre dell'uomo.
Bisogna dare fiducia al partner per aiutarlo ad avere fiducia in se stesso e nel modo in cui cura il piccolo. Solo in questo modo si porranno le basi per un rapporto sano in cui il bambino cresce in armonia con le attenzioni di entrambi i genitori.

Concordo su quanto scritto Luigina......
è ciò che già ora accade a me....ma sto cercando di far capire a mio marito che per non essere per cosi dire "escluso" dalla vita mia e di Tommaso deve rendersi conto che non è con l'indifferenza o dicendomi "tanto ci sei tu che sai le cose" che facciamo "famiglia", non dico che deve cambiarlo o allattarlo, ma essere partecipe alla routine quotidiana,......ma spero che le cose vengano da se, lui è un gran predicatore, vediamo se poi fa ciò che dice....altrimenti avrò una buona motivazione per contraddirlo...--))

Si infatti ho detto che spero che le cose vengano da se, appunto deve essere il bambino a cambiare lui, anche se una parolina in più intanto ora la butto ----))) ah ah ah