Puntata 28 febbraio - Una cimice incastra Ettore

Quando Lavinia lascia entrare la Polizia nella sua abitazione Carol è già sparita… da una porta secondaria? Dal balcone?
Parte Paola e ritorna Viviana. La cugina dell’ex fidanzata di Niccolò riferisce al Castelli che deve sistemare questioni burocratiche relative al negozio che Paola ha abbandonato in tutta fretta. Niccolò consegna a Viviana alcune lettere da lui scritte alla Ventura pregandola di consegnargliele perché non ha avuto il coraggio di spedirle. Anche se per Viviana le missive serviranno a ben poco, il fidanzato abbandonato si illude ancora di poter avere una speranza, l’unica cosa – afferma – che possa dare ancora un senso alla sua vita.
Ma forse è proprio l’ambiguo Alfonso che può aiutare Niccolò a ritrovare se stesso, e non certo nel modo migliore.
Il conte Gaddi, recatosi a visitare Castelli sulla sua barca, gli offre una tessera per diventare socio del suo misterioso club, una sorta di ritrovo per uomini e donne liberi. Dopo averci pensato per un po’ Niccolò si presenta all’ingresso dove Alfonso, dopo avergli ripresentato Valentino, lo lascia nelle sue mani per essere introdotto nell’ambiente.
Il Valentino (ma solo di nome perché un abisso lo separata da Rodolfo) fa gli onori di casa e mostrandogli parecchie donne che si aggirano con atteggiamento sereno e rilassato per i locali, gli fa notare che le stesse attendono uomini liberi, non impegnati, così come sono libere e non impegnate anche loro. “Qui non esistono ipocrisie – gli fa constatare – e si può essere se stessi”.
Dopo la sorella è ora la volta del fratello ad impegolarsi in un gioco pericoloso.
Cecilia assiste Ivan con dolcezza e delicatezza, arrivando persino a medicargli il ginocchio (per una distorsione?). La vicinanza fra i due vecchi amanti riaccende la passione e, dimenticatosi della distorsione, delle stampelle, del male ai legamenti del ginocchio, Ivan e Cecilia danno sfogo alle loro voglie represse.
Carol raggiunge Adriano nella “tana” al quale confida che Lavinia ha confessato di essere lei la vera colpevole. Segue un colloquio che non dice niente di nuovo sulle intenzione della madre che non vuole tornare a perdere la figlia appena ritrovata, intenzioni che ovviamente Riva non condivide.
I casi sono due: o in carcere torna Carol, oppure le porte si aprono per Lavinia. E così, mentre Adriano dorme steso su un divano, Carol, dopo averlo fissato e baciato lievemente su una guancia, esce dal nascondiglio mormorando: “Spero di vederti presto. Perdonami”.
Lavinia si reca da Ettore e di fronte all’accoglienza non certo piacevole che l’uomo le riserva, ammette di aver recitato con la madre la parte della figlia pentita, il tutto per prendere tempo in quanto non vuole finire in carcere.
Ettore è molto più tranquillo della sua figliastra: nessuno riuscirà a risalire a lui, anche per quanto riguarda l’evasione organizzata a favore del sabotatore, mentre nessuno crederà mai alla verità che vuole confessare Lavinia. Ferri è soddisfatto perché sa che la moglie si trova di fronte ad un bivio che è la scelta più difficile della sua vita: o mandare in carcere Lavinia o se stessa.
Nella toilette del centro commerciale, Lavinia si slaccia la camicetta e dal seno stacca una cimice. La stilista ha registrato il suo colloquio con Ettore, che non si trova più ora in una botte di ferro.