Puntata 11 novembre - Donatella non è morta. Carmen Rigoni nuova pr della holding

Matilda non è una rivale di Laura, e glielo ricorda. L’amore fra lei e Sebastian è finito già da tanto tempo, e se la Beccaria vuole perdonare Castelli che lo faccia pure. Però, se fosse nei panni di Laura, la Herrera non darebbe all’uomo una seconda possibilità.
Improvvisamente vestita di nuovo “come le brocche del biancospino”, Matilda raggiunge Ettore in ufficio completamente trasformata, e non solo nell’abbigliamento. La donna è allegra e ottimista per il futuro che l’aspetta in quanto è ora certa di riuscire a conquistare l’affetto dei figli. E proprio di questo ringrazia Ettore per la forza ed il coraggio che le ha infuso.
Irascibile Sebastian prende a calci tutto quello che si trova nella stanza degli interrogatori, fino a quando Foti lo ammonisce a smettere di comportarsi come un irresponsabile. Castelli esige di essere raggiunto dal suo avvocato e poi, snobbando il poliziotto, pretende di parlare con il commissario Bettini. Di fronte a Valerio, però, Sebastian continua a negare tutti gli addebiti che gli sono stati mossi, e cioè che ha svolto una subdola azione psicologica contro la moglie per impossessarsi di tutto il suo patrimonio. Pertanto il magistrato ha posto sotto sequestro il patrimonio suddetto. Ora Castelli non potrà più amministrare il Gruppo Ferri.
Ettore sta vagliando curriculum per l’assunzione di una nuova addetta alle pubbliche relazioni, ma le candidate viste sinora non lo soddisfano. L’ultima della lista, però, riaccendo il suo entusiasmo: è Carmen Rigoni! C’è però un neo che la ragazza deve eliminare: la sua collaborazione al Winebar mal si addice ad un ruolo così importante nella holding. Ma Carmen sa bene che essere una barista non è certo appagante come lavorare al fianco di Ferri, da lei sempre stimato. Pertanto nessun problema a licenziarsi dall’enoteca.
Seduto sul divano Adriano si rammarica con Carol per la morte della madre, proprio ora che stavano riavvicinandosi. Ancora una volta l’amante si dimostra molto comprensiva e dolce nei suoi confronti. Riva si sente responsabile perché, si accusa, non avrebbe dovuto riportare a galla nella mente di Donatella ricordi tanto dolorosi.
L’ignaro figlio non sa che in quel momento la madre si trova nel salone di villa Castelli, dove Jacopo la scorge con gli occhi sbarrati dalla sorpresa. Ma non era morta? Ironicamente Donatella gli risponde che è tornata dall’aldilà per riprendersi quello che è suo, ma Castelli, sapendo che la Navarro è ricercata dalla polizia, e sapendo inoltre che non ha denunciato il complice, le offre solo una minima parte dell’eredità.
Mentre Jacopo apre la cassaforte, la mamma di Adriano spiega come è avvenuta la sua resurrezione. Nessun miracolo, ma solo corruzione di un medico del carcere che le ha somministrato un farmaco che l’ha resa temporaneamente senza vita. Quindi, prendendo in mano un soprammobile, Donatella colpisce alla nuca il complice e, afferrati tutti i titoli dell’eredità, scappa.
Dopo essere stata medicata alle mani da Esmeralda, la vendicativa Viola informa la titolare della palestra che vuole organizzare un furto a Centro Vetrine. Vuole vendicarsi del padre che le ha mentito per 20 anni. Lo vuole colpire nell’unica cosa a cui lui è interessato: il potere. Dopo averle chiesto se è disposta ad entrare nel “loro” mondo rinunciando alla famiglia, le due donne si abbracciano, ma Zeno le vede e si insospettisce.
Vestite da motocicliste, con tanto di passamontagna nero sul volto e casco integrale, le ladre entrano nella hall del centro commerciale facendo finta di distribuire volantini. Un addetto alla sorveglianza si avvicina loro rinfacciando di non essere stato avvisato di quella iniziativa, ma viene interrotto da un collega che urla di bloccare tutti gli ingressi perché è stata commessa una rapina.
Pur se mascherata, Zeno e Viola si fissano negli occhi.